Gli impianti di Torre Pellice siti alle pendici del Monte Vandalino erano costituiti da una cestovia biposto con cabinette aperte ed una sola sciovia di lunghezza esigua. La funzionalità di cui se ne parlerà in modo più dettaglio e tecnico nell'articolo sottostante era duplice, sia quello turistico e sia quello di mezzo di trasporto per l'accesso in quota alle baite ed ai pascoli posti in una zona difficilmente raggiungibile se non dopo alcune ore di cammino tramite angusti sentieri.
La cestovia del Monte Vandalino è stata costruita dalla F.lli Marchisio, storica ditta piemontese, per collegare la località “Rio Cros” di Torre Pellice il principale centro della Chiesa Valdese italiana, con la Sea di Torre località posta sulle pendici del Monte Vandalino con esposizione nord-est.
L’impianto è stato realizzato su commissione della Società Seggiovie Vandalino e con progetto definitivo redatto dell'Ing.Lello Prudenza, approvato dalla commissione per le Funicolari Aeree e Terrestri in data 20 maggio 1964.
Questa cestovia ha la particolarità di essere il più lungo impianto di questo tipo costruito dalla ditta F.lli Marchisio, con una lunghezza totale sviluppata di 2.615 metri, poco più della Andalo-Malga Terla, di 2.570 metri. Il dislivello è invece di 658,52 metri fra la stazione di valle posta a 597 m.s.l.m. e la stazione di monte a 1282 m.s.l.m. Fin da subito l'impianto per le sue caratteristiche tecniche e di linea denotò un particolare interesse funiviario, tanto da necessitare di opere di ricognizione disposte dalla stessa amministrazione centrale ministeriale.
Autorizzata all’apertura sul finire del 1965, la cestovia era utilizzata sia in estate sia in inverno, e serviva, oltre alle case della borgata, un ristorante sito nella stazione di arrivo ed uno skilift "Rocca Scarussera". I nuovi impianti davano così possibilità di accorciare e di rendere ancora più interessante la gita di scialpinismo al Monte Vandalino, meta reputata tra le migliori e con maggior innevamento di tutta l'area circostante alla Val Pellice.
Tra gli edifici importanti per la stazione sciistica ritroviamo presso la stazione di monte un ristorante tipico alpino mentre presso la stazione di valle un albergo con 7 camere per il pernottamento ed un ristorante più ampio, conosciuto da molti ai tempi per gli ottimi tortellini alla panna.
Di qui iniziò un'intensa seppur breve carriera dell'impianto, offuscata in parte da un grave incidente nell'Agosto 1975 (vedi paragrafi sottostanti).
I progetti di ampliamento non mancarono e tra gli obiettivi principali dei gestori troviamo la costruzione di una seggiovia ed altri impianti verso le pendici dei 2121 metri dell'omonimo monte, impianti rimasti nel solo cassetto dei sogni.
Le piste da sci, praticamente non definite sul territorio con movimenti terra o similari erano semplicemente ampi pascoli innevati parzialmente segnalati da paline o indicazioni per quanto riguarda la cestovia. Era possibile il rientro a valle sci ai piedi solo nella stagione più fredda ed in presenza di abbondanti nevicate. Non è in dubbio che l'anno migliore fu il 1978 con le copiose nevicate che caratterizzarono quella stagione.
Per la sciovia Rocca Scarussera le ex piste da sci sono di difficile individuazione a causa della vegetazione e del terreno molto sconnesso e caratterizzato da massi e rododendri.
Purtroppo, lo scarso innevamento a quote così basse e la creazione di una successiva strada asfaltata per raggiungere la Sea ridussero notevolmente l’affluenza di passeggeri all’impianto, che fu prematuramente chiuso nel 1986.
Il contacorse dell'impianto indica ancora 19.952 giri della fune portante traente a tesimonianza della sua breve attività.
Lo smantellamento solo parziale della cestovia, con le stazioni e gran parte della linea ancora al loro posto, porta fino ai giorni nostri la traccia di un passato caratterizzato da innumerevoli stazioni sciistiche in Piemonte e una profonda affezione per lo sci.
Con l'immaginazione possiamo prepararci sulla pedana di imbarco per scendere all'imbrunire ancora una volta da Sea di Torre dopo una tranquilla Domenica di sci o una camminata alle pendici del Vandalino spingendo così il contacorse a 19.953 giri, un breve salto nel cesto e l'inizio di un nuovo viaggio.
Un particolare documento ci rivela quali erano le tariffe in uso nei suoi primi anni di esercizio:
biglietto corsa semplice: L. 400
andata/ritorno: L. 600
ridotto andata/ritorno L. 500 (riservato comitive, soci C.A.I., F.I.S.I ed invalidi)
biglietti per nuclei familiari di:
3 persone L. 1000
4 persone L. 1250
5 persone L. 1500
6 persone L. 1750
Nello stesso documento si nota che la cestovia era utilizzata anche dagli abitanti delle borgate a monte per i quali era previsto uno sconto ed un abbonamento.
Biglietti abitanti zona Colle della Sea
andata ritorno L. 200
tesserino per 10 corse: L. 4000
tesserino per 40 corse L. 14000
Al termine del documento, risalente al 1966, viene evidenziato anche un biglietto cestovia + sciovia Rocca Scarussera situata presso la zona di sbarco di monte, sul versante sinistro orografico.
Tesserino giornaliero cumulativo con sciovia di Rocca Scarussera normale: L.500 funivia e L. 800 per sciovia
Tesserino giornaliero cumulativo sciovia di Rocca Scarussera ridotto: L. 400 funivia e L.600 per sciovia
L'incidente:
Il 29 luglio 1975 la cestovia fu, suo malgrado, protagonista di un incidente mortale. Poco prima della chiusura serale dell’impianto, un ragazzo ed una ragazza salirono sul cesto 54; tuttavia, agli addetti della stazione di monte fu comunicato che gli ultimi passeggeri erano saliti sul cesto 27 e, all’arrivo dello stesso alla Sea, l’impianto fu chiuso. Le versioni sono discordanti e non è chiaro se gli addetti di valle avessero sbagliato a comunicare ai colleghi a monte il numero del cesto, oppure se i ragazzi fossero saliti abusivamente. Dopo un paio d’ore di attesa, non vedendo più ripartire l’impianto, il ragazzo si arrampicò sul cesto e si aggrappò alla fune cercando di raggiungere il sostegno più vicino, che però distava una sessantina di metri. Purtroppo, dopo poco scivolò e cadde nel vuoto su alcune rocce sottostanti. Le urla della ragazza vennero sentite da un contadino, che corse alla stazione per avvertire gli addetti; l’impianto venne fatto subito ripartire, ma non si poté fare altro che riportare la ragazza alla stazione di monte e recuperare il corpo del ragazzo, morto sul colpo.
Testo, fotografie e descrizione di Jacopo Galfrè e Marco Carcioffo. Si ringrazia l'Ing. Luca Rancati per la documentazione tecnica fornita.
La cestovia del Monte Vandalino è stata costruita dalla F.lli Marchisio, storica ditta piemontese, per collegare la località “Rio Cros” di Torre Pellice il principale centro della Chiesa Valdese italiana, con la Sea di Torre località posta sulle pendici del Monte Vandalino con esposizione nord-est.
L’impianto è stato realizzato su commissione della Società Seggiovie Vandalino e con progetto definitivo redatto dell'Ing.Lello Prudenza, approvato dalla commissione per le Funicolari Aeree e Terrestri in data 20 maggio 1964.
Questa cestovia ha la particolarità di essere il più lungo impianto di questo tipo costruito dalla ditta F.lli Marchisio, con una lunghezza totale sviluppata di 2.615 metri, poco più della Andalo-Malga Terla, di 2.570 metri. Il dislivello è invece di 658,52 metri fra la stazione di valle posta a 597 m.s.l.m. e la stazione di monte a 1282 m.s.l.m. Fin da subito l'impianto per le sue caratteristiche tecniche e di linea denotò un particolare interesse funiviario, tanto da necessitare di opere di ricognizione disposte dalla stessa amministrazione centrale ministeriale.
Autorizzata all’apertura sul finire del 1965, la cestovia era utilizzata sia in estate sia in inverno, e serviva, oltre alle case della borgata, un ristorante sito nella stazione di arrivo ed uno skilift "Rocca Scarussera". I nuovi impianti davano così possibilità di accorciare e di rendere ancora più interessante la gita di scialpinismo al Monte Vandalino, meta reputata tra le migliori e con maggior innevamento di tutta l'area circostante alla Val Pellice.
Tra gli edifici importanti per la stazione sciistica ritroviamo presso la stazione di monte un ristorante tipico alpino mentre presso la stazione di valle un albergo con 7 camere per il pernottamento ed un ristorante più ampio, conosciuto da molti ai tempi per gli ottimi tortellini alla panna.
Di qui iniziò un'intensa seppur breve carriera dell'impianto, offuscata in parte da un grave incidente nell'Agosto 1975 (vedi paragrafi sottostanti).
I progetti di ampliamento non mancarono e tra gli obiettivi principali dei gestori troviamo la costruzione di una seggiovia ed altri impianti verso le pendici dei 2121 metri dell'omonimo monte, impianti rimasti nel solo cassetto dei sogni.
Le piste da sci, praticamente non definite sul territorio con movimenti terra o similari erano semplicemente ampi pascoli innevati parzialmente segnalati da paline o indicazioni per quanto riguarda la cestovia. Era possibile il rientro a valle sci ai piedi solo nella stagione più fredda ed in presenza di abbondanti nevicate. Non è in dubbio che l'anno migliore fu il 1978 con le copiose nevicate che caratterizzarono quella stagione.
Per la sciovia Rocca Scarussera le ex piste da sci sono di difficile individuazione a causa della vegetazione e del terreno molto sconnesso e caratterizzato da massi e rododendri.
Purtroppo, lo scarso innevamento a quote così basse e la creazione di una successiva strada asfaltata per raggiungere la Sea ridussero notevolmente l’affluenza di passeggeri all’impianto, che fu prematuramente chiuso nel 1986.
Il contacorse dell'impianto indica ancora 19.952 giri della fune portante traente a tesimonianza della sua breve attività.
Lo smantellamento solo parziale della cestovia, con le stazioni e gran parte della linea ancora al loro posto, porta fino ai giorni nostri la traccia di un passato caratterizzato da innumerevoli stazioni sciistiche in Piemonte e una profonda affezione per lo sci.
Con l'immaginazione possiamo prepararci sulla pedana di imbarco per scendere all'imbrunire ancora una volta da Sea di Torre dopo una tranquilla Domenica di sci o una camminata alle pendici del Vandalino spingendo così il contacorse a 19.953 giri, un breve salto nel cesto e l'inizio di un nuovo viaggio.
Un particolare documento ci rivela quali erano le tariffe in uso nei suoi primi anni di esercizio:
biglietto corsa semplice: L. 400
andata/ritorno: L. 600
ridotto andata/ritorno L. 500 (riservato comitive, soci C.A.I., F.I.S.I ed invalidi)
biglietti per nuclei familiari di:
3 persone L. 1000
4 persone L. 1250
5 persone L. 1500
6 persone L. 1750
Nello stesso documento si nota che la cestovia era utilizzata anche dagli abitanti delle borgate a monte per i quali era previsto uno sconto ed un abbonamento.
Biglietti abitanti zona Colle della Sea
andata ritorno L. 200
tesserino per 10 corse: L. 4000
tesserino per 40 corse L. 14000
Al termine del documento, risalente al 1966, viene evidenziato anche un biglietto cestovia + sciovia Rocca Scarussera situata presso la zona di sbarco di monte, sul versante sinistro orografico.
Tesserino giornaliero cumulativo con sciovia di Rocca Scarussera normale: L.500 funivia e L. 800 per sciovia
Tesserino giornaliero cumulativo sciovia di Rocca Scarussera ridotto: L. 400 funivia e L.600 per sciovia
L'incidente:
Il 29 luglio 1975 la cestovia fu, suo malgrado, protagonista di un incidente mortale. Poco prima della chiusura serale dell’impianto, un ragazzo ed una ragazza salirono sul cesto 54; tuttavia, agli addetti della stazione di monte fu comunicato che gli ultimi passeggeri erano saliti sul cesto 27 e, all’arrivo dello stesso alla Sea, l’impianto fu chiuso. Le versioni sono discordanti e non è chiaro se gli addetti di valle avessero sbagliato a comunicare ai colleghi a monte il numero del cesto, oppure se i ragazzi fossero saliti abusivamente. Dopo un paio d’ore di attesa, non vedendo più ripartire l’impianto, il ragazzo si arrampicò sul cesto e si aggrappò alla fune cercando di raggiungere il sostegno più vicino, che però distava una sessantina di metri. Purtroppo, dopo poco scivolò e cadde nel vuoto su alcune rocce sottostanti. Le urla della ragazza vennero sentite da un contadino, che corse alla stazione per avvertire gli addetti; l’impianto venne fatto subito ripartire, ma non si poté fare altro che riportare la ragazza alla stazione di monte e recuperare il corpo del ragazzo, morto sul colpo.
Testo, fotografie e descrizione di Jacopo Galfrè e Marco Carcioffo. Si ringrazia l'Ing. Luca Rancati per la documentazione tecnica fornita.
A
conclusione vi invitiamo a consultare per approfondine su ciò che ne
rimane attualmente dell'impianto la monografia pubblicata su Funivie.org
all'indirizzo: http://www.funivie.org/web/torre-pellice-cestovia-rio-cros-sea/
Oppure per una completa documentazione fotografica dell'epoca ed altre info al seguente link edito da Massimo Martelli:
http://www.pralymania.com/FunvieTorrePellice_IT.html
Oppure per una completa documentazione fotografica dell'epoca ed altre info al seguente link edito da Massimo Martelli:
http://www.pralymania.com/FunvieTorrePellice_IT.html